La Nuova Era
Dark ‘N’ Stormy
€ 8.00

Dark ‘N’ Stormy
60 ml Goslings Rum
100 ml Ginger Beer Fever
Il cocktail è considerato il drink nazionale della propria patria di origine, le celebri isole Bermuda, territorio d’oltremare britannico formato da un arcipelago nell’Oceano Atlantico.
Nel territorio delle Isole Bermuda esiste dal 1806 la Goslings, azienda produttrice di Rum al quale il drink è strettamente legato.
Il nome del drink, letteralmente “buio e tempestoso”, è un marchio registrato dalla stessa Gosling negli USA, la quale dichiara di fornire la sola ed unica ricetta originale, nonostante sia stata screditata dal noto quotidiano statunitense New York Times, il quale dichiarò che la ricetta fu cambiata per esigenze commerciali.
Sembra che tale ricetta derivi dal fatto che la Royal Navy britannica fornisse una razione giornaliera alle sue truppe consistente in due once di rum, alla quale razione venne successivamente aggiunta ance una bottiglia di ginger beer.
L’uso delle maestranze di Sua Maestà di miscelare le due razioni originò la nascita del Dark’n Stormy.
Espresso Martini
€ 7.00

Espresso Martini
50 ml Vodka Smirnoff
30 ml Liquore al caffè Kahlúa
10 ml sciroppo di zucchero
1 Espresso forte
Sembra che il cocktail fu inventato da Dick Bradsell, probabilmente uno dei barman contemporanei più influenti, il quale ha al suo attivo più di un drink facenti parte della lista ufficiale Iba nella sezione New Era Drinks.
La storia narra che nel 1980 a Londra, presso il Fred’ Club, una modella ordinò al barman qualcosa che potesse “ridestarla”, chiedendo qualcosa che potesse “wake me up and then fuck me up”. Questa narrazione è confermata anche dal sito ufficiale del Kalhua, ingrediente fondamentale del cocktail. L’azienda indica però il 1984 come data di nascita del drink.
Dick Bradsell, pur non rivelando l’identità della donna, ha in seguito affermato che la modella divenne successivamente una professionista molto nota in tutto il mondo. L’uso del famoso Martini non è contemplato nella ricetta: è presente nel nome per via del bicchiere in cui viene servito il drink, conosciuto da alcuni come Coppa Martini.
Fernandito
€ 7.00

Fernandito
50 ml Fernet Branca
Riempire con Cola
Il Fernando viene servito per la prima volta in un bar di Ciudad de Cruz del Eje, a nord di Cordoba, dal barman “El Negro” Becerra. Il leggendario Bar Premier, all’angolo tra Mitra e Mosconi, era un locale che fungeva anche da ristorante e da locanda, molto frequentato per la vicinanza alla stazione ferroviaria.
La fama del Negro Becerra iniziò a spargersi quando il cantante Cruz-Alejandro, in un suo spettacolo al National Olive Festival, lo citò come l’inventore del Fernet e Cola. Ben presto la moda del Fernando giunse nella capitale provinciale Cordoba, e da li si diffuse nel resto dell’Argentina, in particolar modo a Buenos Aires.
A cavallo dei due secoli il cocktail Fernando mantenne intatto il proprio appeal, tanto da essere considerato una bevanda nazionale. Il motivo dell’amore viscerale per il Fernando è da ricercarsi nell’ingrediente base, il Fernet.
French Martini
€ 8.00

French Martini
45 ml Vodka Smirnoff
15 ml liquore di lampone
15 ml succo fresco d’ananas
Il French Martini fu elaborato da Keith McNally a New York City negli anni ‘80, divenendo popolare dal 1996, anno in cui fece comparsa nella drink listdel Balthazar di Soho, locale dello stesso McNally.
Secondo altri il cocktail fu invece inventato, o almeno suggerito, dalla Chambord, antica azienda francese con più di trecento anni di storia alle spalle, la quale produce il celebre Chambord, liquore ai lamponi che ricopre un ruolo fondamentale nella creazione del drink.
Questa tesi appare verosimile anche dal nome del drink: il French Martini ha infatti attinenza con il paese transalpino solo per l’utilizzo dello Chambord, anche se nella ricetta ufficiale è previsto un liquore ai lamponi, senza citare una marca particolare.
Il nome “Martini” non ha invece nessuna pertinenza in quanto ad ingredienti o a similitudini con altri cocktail, fatto che fa propendere per una trovata commerciale voluta dall’azienda francese.
Grand Margarita
€ 9.00

Grand Margarita
45 ml Tequila Espolon
30 ml Grand Marnier
15 ml succo di lime fresco
Conosciuto anche con il nome di Cadillac Margarita, è stato ideato intorno agli anni 80’ del Novecento nella catena di ristoranti statunitensi El Torito.
Quest’ultima venne fondata nel 1954 da Larry J. Cano: dopo una iniziale esperienza nella gestione di un ristorante polinesiano, alla morte del proprietario ebbe l’intuizione di modificare la proposta del locale, iniziando a servire per primo in California cibo messicano.
Naked and Famous
€ 8.00

Naked and Famous
22.5 ml Mezcal
22.5 ml Yellow Chartreuse
22.5 ml Aperol
22.5 ml succo fresco di lime
Joaquín Simó è cresciuto a Miami, mangiando frutta e verdura fresca dalla fattoria di suo nonno e aiutando il padre nella sua panetteria francese. Ma oltre a lavorare, ha anche studiato con tenacia, tanto da ottenere alla Boston University una laurea in inglese e religione. E per fortuna, perché proprio allora ha scoperto la passione per la mixology.
Negli anni, Joaquín Simó è stato vicedirettore per i libri Food & Wine Cocktail del 2009 e del 2010 e come consulente ha organizzato diverse cene di abbinamento cibo-cocktail con il club underground NY Bite Club.
Simó ha creato il drink quando lavorava al Death & Co di New York. Lui stesso lo ha definito “il figlio illegittimo dell’amore tra un classico Last Word e un Paper Plane, concepito tra le montagne di Oaxaca”.??
New York Sour
€ 9.00

New York Sour
60 ml Wild Turkey Rye or Bulleit Bourbon
22.5 ml sciroppo di zucchero
30 ml succo fresco di limone
Stillabunt
15 ml Red wine Shiraz
Guarnito con zest di limone e ciliegia al maraschino
Il New York Sour pare risalga alla fine del diciannovesimo secolo. Più precisamente, sarebbe nato tra gli Anni '70 e '80 dell'800, ma ai tempi era chiamato diversamente. Conosciuto all'inizio come Continental Sour e poi come Southern Whiskey Sour, Claret Snap e Brunswick Sour, divenne molto popolare durante il Proibizionismo perché il float di vino rosso mascherava i difetti del distillato di contrabbando usato come base alcolica.
A dispetto del nome, il New York Sour sembra essere originario di Chicago.
Paloma
€ 8.00

Paloma
50 ml Tequila Espolon
5 ml lime fresco
Un pizzico di sale
100 ml Soda al pompelmo Fever
Guarnito con una fetta di lime
Nonostante la notevole fama, il Paloma ha origini incerte, che si perdono tra gli anni 50 del secolo scorso, periodo in cui viene identificata la nascita del drink. Se è certa la patria d’origine – il Messico – ci sono dubbi circa le mani che hanno modellato il drink, sebbene venga indicato una precisa identità dell’ideatore del drink.
Tale identità si riferisce a Don Javier Delgado Corona, una leggenda del bartending messicano, già autore di uno drink famosissimo in Messico, il Batanga.
Paper Plane
€ 9.00

Paper Plane
30 ml Bulleit Bourbon
30 ml Amaro Nonino
30 ml Aperol
30 ml succo di limone
Inventato nel 2007 da Sam Ross, il creatore anche del Penicillin, il Paper Plane prende il suo nome dalla canzone della rapper britannica M.I.A. che in quell’anno scalava le classifiche musicali mondiali.
Russian Spring Punch
€ 8.00

Russian Spring Punch
25 ml Vodka Smirnoff
25 ml succo fresco di limone
15 ml Creme de Cassis
10 ml sciroppo di zucchero
Topping di Prosecco
Guarnito con zest di limone
Il Russian Spring Punch è stato elaborato dal barman londinese Dick Bradsell, al quale sono dovute le creazioni di altri celebri drink, tra i quali il Bramble.
Bradsell elaborò il cocktail, secondo una intervista rilasciata nel 2003, ad un ricevimento nel quale la maggioranza delle persone presenti chiedeva e beveva Champagne.
Attualmente il vino più utilizzato per la creazione del Russian Spring Punch è il Prosecco, con il
quale il resto degli ingredienti si sposano perfettamente.
Spritz
€ 5.00

Spritz
90 ml Prosecco
60 ml Aperol
Selz
Sono in molti ad attribuire le origini dello Spritz a Venezia e ai veneziani. Infatti è proprio grazie a questa città che uno degli aperitivi più graditi d’Italia, è diventato così velocemente famoso in tutta la penisola. Negli anni ’20-’30 i veneziani hanno saputo diffondere questa bevanda in ogni bar, ristorante, pub e taverna d’Italia, facendone conoscere a tutti l’impareggiabile gusto fresco e l’anima frizzante. La prima storia che racconta dove nasce lo Spritz ha quindi inizio proprio a Venezia e, più precisamente, nel 1500 all’Arsenale.
Nel 1500 Venezia, chiamata la Serenissima, era uno stato esteso e potente. I suoi domini si estendevano su diverse isole e fasce costiere e la sua economia era più florida che mai. In risposta alla minacciosa espansione ad opera di Gian Galeazzo Visconti, duca di Milano dal 1395, Venezia decise infine di iniziare l’espansione nell’entroterra. Durante quel periodo, buona parte dell’economia locale, era sostenuta dall’industria navale. Il complesso di cantieri navali dell’Arsenale di Venezia, era quindi tenuto in particolare considerazione. Gli operai che vi lavoravano potevano vantare un trattamento di favore da parte della Serenissima, che ne riconosceva tutto il loro valore.
Per questo motivo, agli operai, tra le varie “agevolazioni” di cui potevano godere, era riservata una “merenda” un po’ speciale: gallette e un bicchiere di vino allungato con acqua fresca di pozzo. Questo è stato il primo “rudimentale” antenato dell’attuale Spritz.
Esiste però un’altra versione su dove nasce lo Spritz. Una seconda versione, probabilmente più credibile, visto anche l’origine del nome stesso. In questa nuova versione siamo sempre a Venezia, ma agli inizi dell’800, quando la Serenissima era in lento declino e finì per cedere agli invasori asburgici.
I soldati austriaci erano soliti degustare un buon bicchiere di vino nelle loro osterie. Quando arrivarono in veneto, vollero continuare le proprie tradizioni, ma si scontrarono con i vini bianchi particolarmente forti, del territorio. Avendo una gradazione alcolica troppo elevata per i loro palati, chiesero ai locandieri di spruzzare il bicchiere di vino con un po’ d’acqua frizzante. In austriaco “Spritzen” significa per l’appunto “spruzzare”. Nacque così una versione molto primitiva dello Spritz. Una versione che, nel corso del tempo, si è evoluta e si è modificata più e più volte, fino ad arrivare all’attuale interpretazione dello Spritz, come lo conosciamo oggi. Il modello austro-ungarico è comunque ancora oggi servito in diverse località del Friuli Venezia Giulia.
Suffering Bastard
€ 9.00

Suffering Bastard
30 ml Cognac Martell VS
30 ml Gin Beefeter
15 ml succo di lime fresco
2 spruzzate di Angostura
Top di Ginger beer Fever
L’inventore di questo cocktail era un ebreo-egiziano che dopo aver studiato chimica, scoprì quanto fosse appassionante fare il bartender e così divenne il capo barman dello Shepheard’s Hotel del Cairo.
Stiamo parlando degli anni prima della Seconda Guerra Mondiale. In pratica questo simpatico signore parlava svariate lingue e un giorno ascoltando dei soldati inglesi che si lamentavano del dopo sbronza, pensò di creare un cocktail per curare la sbronza. E il suo ragionamento non faceva una grinza: se vuoi farti passare il post-sbronza ubriacati di nuovo. E così nacque uno dei primi rimedi per hangover nefasti. Genio puro. A quei tempi si usava brandy, ma visto che il cocktail ha avuto un buon successo negli Stati Uniti, con il tempo è invalso l’uso di miscelare il Bourbon whisky al suo posto.
Tipperary
€ 9.00

Tipperary
50 ml Irish Whiskey Jameson Black Barrel
25 ml Vermouth del Professore
15 ml Green Chartreuse
2 spruzzate di Angostura
Nel 1920 comparve in Italia la prima guida dedicata ai barman, da parte di Ferruccio Mazzon[1]; qualche anno dopo viene pubblicato anche questo testo, realizzato appunto dal barman Pietro Grandi, precisamente nel 1927…ma in francese!
Egli lavorò in uno degli Alberghi più importanti d’Italia, quello sul Lago di Como, a Cernobbio: il Villa D’Este. Poi si trasferì a Roma, dove guidò il Bar del Grand Hotel de Russie a Grandi anche il merito di essere tra i fondatori dell’Aibes, oltre a diventare il primo presidente dell’associazione, diventando anche presidente dell’Iba (International Bartenders Association).
Il libro fu pubblicato solo in francese, negli anni Venti. In quel periodo in America vigeva il Proibizionismo e mentre gli Americani si spostavano in altri lidi ed altri Paesi (come Cuba) per bere (oppure usufruire del contrabbando di whisky e whiskey scozzesi e canadesi), nel resto dell’Europa comincerà a diffondersi la cultura del bere miscelato. Cocktails (è questo il titolo) non è mai stato tradotto in italiano ed è davvero una chicca storica quella che proponiamo.
Tommy’s Margarita
€ 8.00

Tommy’s Margarita
60 ml Tequila Espolon
30 ml succo di lime
30 ml sciroppo d’Agave
Il cocktail è stato elaborato all’interno del Tommy’s Restaurant di San Francisco, vero e proprio tempio del Tequila nonchè locale negli Stati Uniti che può vantare la più vasta collezione del celebre distillato messicano.
Il creatore fu il barman Julio Barmejo, figlio dei proprietari del locale, Tommy ed Elmy Barmejo, i quali fondarono il locale nel 1965 con l’intento di esportare la vera cucina tradizionale dello Yucatan.
Julio creò il drink nel 1990, effettuando una semplice variazione al più classico Margarita, sostituendo il Triple Sec con lo sciroppo di Agave.
Inizialmente il cocktail veniva preparato con il blender, perchè i clienti si aspettavano una consistenza più cremosa del drink.
Da quel momento il Tommy’s Margarita si diffuse rapidamente in tutta la California, varcando i confini nazionali per diventare un cocktail ufficiale IBA nel 2011.
Julio nel 2003 è diventato ambasciatore del Tequila per gli USA e diffonde la sua enorme conoscenza del prodotto in tutto il mondo.
Trinidad Sour
€ 8.00

Trinidad Sour
45 ml Angostura
30 ml sciroppo d’orzata
22.5 ml succo di limone fresco
15 ml Wild Turkey Rye
Il Trinidad Sour è stato inventato dal barman newyorkese Giuseppe González al Clover Club di Brooklyn nel 2009.
Ma González ha basato la sua Trinidad Sour su un cocktail precedente chiamato Trinidad Especial, inventato dal barman italiano Valentino Bolognese per l’Angostura® European Cocktail Competition nel 2008.
Per il suo riff sul capolavoro di Valentino Bolognese, Gonzales è passato dal pisco al rye whiskey.
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