I Conteporanei
Black Russian
€ 6.00

Black Russian
50 ml Vodka Smirnoff
20 ml Liquore di Caffè
Il Black Russian venne creato nel 1949 (alcune fonti indicano il 1940 come anno di nascita) presso l’hotel Metropole di Bruxelles grazie alla sapienza del barman locale, Gustave Tops.
Il drink è pero legato al personaggio per il quale fu elaborato, e cioè l’ambasciatrice statunitense in Lussemburgo dell’epoca, la diplomatica Perle Mesta. Erano gli anni dell’inizio della Guerra Fredda, e la presenza della Vodka, tipicamente russa, ed il colore del liquore al caffè contribuirono al nome del drink.
L’ambasciatrice Mesta fu quindi un personaggio molto importante, e non solo per il mondo del bar. Fu la diplomatica di stanza in Lussemburgo alla quale si ispirarono gli autori della celebre commedia di Broadway “Call me madam” del 1950 per caratterizzare il personaggio principale, Sally Adams.
Bloody Mary
€ 7.00

Bloody Mary
45 ml Vodka Smirnoff
90 ml Succo di Pomodoro
15 ml Succo di limone fresco
2 dashes Worcestershire Sauce
Tabasco, Sale, Pepe
Guarnito con sedano
Si narra che la paternità del Bloody Mary sia contesa da due uomini, i quali ovviamente reclamarono la propria potestà sino alla morte.
George Jessel sostenne di aver creato il cocktail a New York, mentre Ferdinando Petiot portò avanti la propria tesi di paternità da quando nel 1920 a Parigi sostenne di aver preparato il primo Bloody Mary della storia.
Francamente poco importa, vogliamo ora porre l’attenzione sul mistero del nome del cocktail. Intorno al Bloody Mary esistono numerose ipotesi, alcune delle quali legate al folklore statunitense.
Per questo motivo, essendo il nome del drink legato a miti e leggende di un paese con tradizioni differenti dalle nostre, non è sempre possibile comprendere alcune usanze e modi di dire che diventerebbero semplicemente intraducibili.
Caipirinha
€ 7.00

Caipirinha
60 ml Cachaça
1 Lime tagliato in piccoli pezzi
4 barspoons di zucchero di canna bianco
Il drink è molto legato alle tradizioni e alla storia del paese. Il nome stessa Caipirinha si riferisce al termine “caipira” che viene usato per riferirsi sia al contadino sia a qualcosa di semplice, di genuino o di campagnolo. Non è un caso se il nome ufficiale sia legato a radici contadine. La storia narra che un rimedio naturale contro l’influenza, assai utilizzato dai contadini paulisti, era un tonico preparato con cachaca, lime, zucchero e miele. Tale bevanda può essere tranquillamente accreditata come antenata della caipirinha.
La storia della caipirinha nasce in realtà molto tempo prima dei fatti appena citati. Si racconta che nel sedicesimo secolo il lime, insieme al resto della frutta brasiliana, veniva distribuito dai coloni portoghesi agli schiavi come rancio. La popolazione utilizzava il succo della frutta mischiandolo alla garapa azeda, vino di canna, e lo beveva nei giorni di festa.
Successivamente venne distillata la cachaca, che si impose ben presto come merce di scambio e si diffuse dunque molto rapidamente. Intorno ai primi anni del novecento il ghiaccio fu ampiamente utilizzato nei bar e, da questi cambiamenti, nacque dunque la moderna caipirinha, come la conosciamo oggi.
Cardinale
€ 8.00

Cardinale
40 ml Gin del Professore
20 ml Dry Vermouth di Torino Montanaro
10 ml Bitter Campari
Guarnito con zest di limone
Ci sono alcune vicende che, intrecciandosi, raccontano le genesi del drink. Escludendo la teoria che vede il Cardinale partorito dietro al leggendario banco dell’Harry’s Bar di Venezia – approssimativamente nel periodo in cui venne ideato il Bellini – la nascita del drink avvenne presumibilmente nella capitale italiana.
Sembra che intorno al 1950, presso il bar dell’Hotel Excelsior di Roma – esattamente lo stesso luogo noto con il nome di Orvm Bar, uno dei luoghi più rinomati della Capitale – il bartender Giovanni Raimondo ideò questo drink. La conferma di questa ipotesi avviene grazie a Luca Di Francia, oggi head bartender dell’Orvm Bar – situato nell’attuale The Westin Excelsior – grazie a testimonianze acquisite proprio all’interno del bar.
Secondo la leggenda, il barman Raimondo preparò il cocktail per un Cardinale romano, solito richiedere e consumare in esclusiva il drink. Questo fatto spiegherebbe l’origine del nome del Cardinale. E’ molto più probabile che la decisione di battezzare in tal modo il drink sarebbe coincisa con l’aspetto del drink, che somiglia molto al colore dell’abito indossato dai cardinali – denominati giusto come “porporati”.
Cuba Libre
€ 8.00

Cuba Libre
50 ml White Rum Diplomatico Planas
120 ml Cola
10 ml succo di lime fresco
Guarnito con una fetta di limone
L’origine del Cuba libre è sicuramente legata all’indipendenza di Cuba dalla Spagna, ma le versioni, come spesso accade per i cocktail, sono differenti.
Secondo Bacardi il primo Cuba libre fu servito durante la guerra Usa-Spagna al Capitano Russell in un bar de La Havana, e da allora si brindò alla libertà cubana con il cocktail. Secondo Havana Club l’origine è più incerta ma sicuramente nata nel 1900 nell’isola caraibica, al tempo in cui lo slogan più diffuso era “Cuba libre!”.
Un’altra fonte cita il periodo in cui Cuba festeggiò la propria indipendenza brindando con un mix di prodotti cubani (il rum) e statunitensi (la cola).
Il drink è citato in un famoso libro dello scrittore cileno Luis Sepulveda, citazione divenuta un noto aforisma basato su un dialogo tra un barman ed un avventore.
French Connection
€ 8.00

French Connection
35 ml Martell
35 ml Amaretto
Come ogni cocktail che si rispetti, il French Connection ha un’origine incerta. secondo alcuni fu ideato tra gli anni 50 e 60 negli Stati Uniti, ma non è noto il motivo della propria denominazione. Secondo altri fu creato in una riunione di barman francesi, e da qui il proprio nome.
Il drink fa parte della lista dei cocktail ufficiali IBA dal 1987 e ha due famosissime varianti, anche esse facenti parti della medesima categoria, e cioè tra i Contemporary Classics: il God Father ed il God Mother. Alcuni pareri negano la possibilità che God Father e God Mother possano essere varianti del French Connection, mentre è chiaro il legame tra i tre drink.
Essi sono infatti i tre cocktail inclusi nella trilogia dei cocktail criminali, così chiamati perché tutti ispirati a personaggi, o gruppi di persone, legati al mondo della criminalità. In particolare il French Connection potrebbe ispirarsi all’omonima organizzazione criminale corso-marsigliese, legata al traffico internazionale di droga tra Europa e Stati Uniti tra gli anni 40 e 70.
French Connection è anche il titolo di un celebre film vincitore di cinque premi Oscar, conosciuto in Italia come “il braccio violento della legge”, legato al mondo criminale e non all’omonimo cocktail.
Garibaldi
€ 7.00

Garibaldi
45 ml Bitter Campari
120 ml succo d’arancia fresco
Guarnito con una fetta d’arancia
Il Garibaldi deve il proprio nome, come è facile supporre, al celebre patriota italiano, eroe del risorgimento.
L’omaggio all’eroe è dovuto al colore del bitter, rosso come la giubba da Garibaldi indossata, e dall’uso del tipico agrume della Sicilia, luogo dal quale iniziò la epica Spedizione dei Mille.
Hemingway Special
€ 8.00

Hemingway Special
60 ml White Rum Diplomatico Planas
40 ml succo di pompelmo
15 ml Maraschino Luxardo
15 ml succo di lime fresco
Il cocktail Hemingway Special fu creato negli anni 30 del secolo ‘900 presso il locale El Floridita nella capitale cubana L’Havana Il drink venne eseguito dietro la diretta indicazione dello scrittore statunitense Ernest Hemingway, al barman Constantino Ribalaigua.
Il famoso romanziere, futuro premio Nobel, era solito frequentare due locali, che contribuì a rendere molto noti. Proprio presso El Floridita richiese un Daiquiri con alcune variazioni, e cioè l’utilizzo del Maraschino invece dello zucchero e una maggiore razione di Rum.
Il drink venne dapprima ribattezzato Floridita Daiquiri, ed in seguito venne affettuosamente chiamato Papa Hemigway (secondo alcuni Papa Doble). Questo era uno dei nomignoli con il quale era conosciuto lo scrittore, e solo in seguito venne denominato con l’attuale nome, Hemingway Special, con il quale è diventato famoso in tutto il mondo. L’aggiunta del succo di pompelmo è attribuita ad uno dei dipendenti di barman Ribalaigua.
Horse's Neck
€ 8.00

Horse's Neck
40 ml Cognac Martell VS
120 ml Ginger Ale
Dash of Angostura Bitters
Guarnito con zest di limone
Il nome del drink significa “collo di cavallo” ed è probabilmente dovuto alla particolare forma della guarnizione, che ricorda il collo di un equino.
Anche per via del particolare nome viene spesso servito e richiesto alle corse dei cavalli.
Il cocktail sembra avere origini antiche, quando la ricetta prevedeva solamente ingredienti analcolici: era il 1890.
Venti anni più tardi il drink venne proposto anche in versione alcolica, con l’aggiunta di Brandy oppure Bourbon.
Il cocktail è ben presente nella cultura cinematografica, essendo presente addirittura dall’epoca del film muto: lo certificano le proprie apparizioni in pellicole quali “Charlotte falso barone” (“caught in a cabaret”) con Charlie Chaplin del 1914, e “I’ll have the tail so you only have to kill onehorse” con Stan Laurel e Oliver Hardy del 1927.
Il drink appare anche in tempi più recenti, con apparizioni tra il 1934 ed il 1979 tra film, serie tv e libri.
Lemon Drop
€ 7.00

Lemon Drop
30 ml Vodka Smirnoff
20 ml Triple Sec
15 ml succo di limone fresco
Il Lemon Drop Martini è un cocktail piuttosto giovane ma nonostante la propria età non è semplice risalire alle sue origini.
Molto probabilmente fu creato nel 1970 dal barman del Henry’s Africa Bar di San Francisco, il signor Norman Jay Hobday, il quale fu il fondatore dello stesso locale nel 1969.
Secondo un’ulteriore fonte, che non mette in discussione la paternità del drink, il barman si ispirò alle celebri Lemon Drop Candy, caramelle a forma di limone, molto zuccherate e al sapore di limone, come logico attendersi.
Il termine “Martini” all’interno del nome non è legato al celebre marchio piemontese bensì all’uso, prettamente anglofono, di chiamare Martini Glass la coppa cocktail.
Lemon Drop è anche il nome di un peperoncino leggermente piccante tipicamente peruviano, di colore giallo, che viene molto impiegato in cucina nella elaborazione di salse ma anche nella preparazione di alcuni cocktail, come il Hot Lemon Drop.
Long Island Iced Tea
€ 7.00

Long Island Iced Tea
15 ml Vodka Smirnoff
15 ml Tequila Espolon
15 ml White rum Bacardi
15 ml Gin Beefeter
15 ml Cointreau
25 ml succo di limone fresco
30 ml sciroppo di zucchero
Top di Cola
La leggenda vuole che il cocktail fu creato durante il proibizionismo, periodo in cui veniva servito fingendo fosse the freddo, per via del colore bruno dato dal top di cola.
In realtà il drink venne creato da Robert “Rosebud” Butt, barman dell’ Oak Beach Inn di New York City durante una competition all’interno del locale.
Il Long Island Ice Tea viene spesso associato ad un cocktail per coloro i quali vogliano inebriarasi: ciò è dovuto dalla presenza di cinque superalcolici; l’affermazione è in parte vera, in quanto la quantità totale di alcol all’interno del drink arriva a 2 once e mezzo, superando il canonico limite di 2 once.
Margarita
€ 8.00

Margarita
50 ml Tequila Espolon
20 ml Triple Sec
15 ml succo di lime fresco
Il cocktail presenta origini incerte, essendo almeno quattro i pretendenti al ruolo di creatori del celebre drink. in ogni caso il cocktail sembra avere un forte legame con il Messico.
Carlos “Danny” Herrera, titolare del Rancho La Gloria di Tijuana, sostenne di avere creato il cocktail Margarita nel 1938, ispirato da una ballerina allergica agli alcolici, ad eccezione del Tequila. Secondo un’altra fonte, la benestante signora Margarita Sames, compagna del signor Tommy Hilton, fece preparare il drink per alcuni amici durante una vacanza ad Acapulco, nel 1948. In seguito Tommy Hilton fece in modo che il drink comparisse nelle drink list dei bar della catena degli Hotel Hilton.
Una tesi attendibile narra che Don Carlos Orozco elaborò il drink a Ensenada, nella Baja California, nel 1941. Orozco ideò il Margarita in onore della figlia dell’ambasciatore tedesco, Margarita Henkel, che omaggiò il locale con la propria visita.
La tesi più verosimile riguarda la storia che vuole Danny Negrete inventore del cocktail, in occasione delle nozze del fratello con la bella Margarita. E’ interessante notare che il barman messicano lavorò presso Agua Cliente Race Track, in cui si esibiva la signora Margarita Cansino, successivamente conosciuta con il nome d’arte di Rita Hayworth.
Moscow mule
€ 8.00

Moscow mule
45 ml Smirnoff Vodka
120 ml Ginger Beer Fever
10 ml succo di lime fresco
Guarnito con una fetta di lime
Secondo una ipotesi con basi molto solide il drink sarebbe il frutto di una clamorosa impresa di marketing.
Il Moscow Mule nacque dall’incontro al Bar Chatham di NYC tra Jack Morgan, proprietario del Saloon Cock’n’Bull nonché commerciante di Ginger beer, e John Martin, che nel 1939 (alcuni indicano il 1941) aveva acquistato i diritti per commerciare la vodka Smirnoff.
Il Moscow Mule deve quindi la sua fama ad una astuta intuizione di marketing, che vede il drink ulteriormente caratterizzato per via del tipo di servizio, che lo vede servito in tazze di rame raffiguranti un mulo, e cioè i copper mug.
Pisco Sour
€ 8.00

Pisco Sour
60 ml Pisco
30 ml succo di limone fresco
20 ml Sciroppo di zucchero
1 Stillabunt
Il Pisco Sour fu creato dal barman Victor Morris, originario di Salt Lake City, il quale si trasferì nel 1913 in Perù, facendo la conoscenza dei prodotti locali.
Il barman, detto “El Gringo”, nel suo Morris Bar di Lima, iniziò a servire il drink in alternativa al Whisky Sour, altro cocktail nato in Perù.
Il locale di Morris era frequentato da una clientela altolocata, sovente composta da turisti americani, i quali contribuirono alla diffusione del drink.
Anche l’allora presidente peruviano, Augusto Leguia y Salcedo, contribuì alla notorietà del Pisco Sour, in quanto sostenitore di una cultura della miscelazione.
Il cocktail fu in seguito perfezionato nel 1920 da Mario Bruiget, bartender del Morris Bar e dipendente di Victor Morris.
Il drink è l’unico appartenente alla lista ufficiale della IBA a base di Pisco.
Il Pisco è un’acquavite tipica sudamericana la cui paternità è contesa da due stati, il Cile ed il Perù.
Rambo de Galo
€ 8.00

Rambo de Galo
60 ml Cachaca Sagatiba
20 ml Vermouth del Professore
15 ml Cynar
2 gocce di Angostura
Guarnito con zest d’arancia
Rabo de Gallo è la traduzione di cock-tail – coda di gallo – in portoghese. Il drink nasce in Brasile negli anni Cinquanta quando il marchio Cinzano provò a entrare nel grande mercato dei bar popolari di San Paolo, dove si beveva soprattutto cachaça; la versione originale prevedeva due terzi di distillato e un terzo di vermouth ed ebbe subito grande successo, al punto da diffondersi e dare vita a preparazioni che differiscono per la proporzione e la qualità degli ingredienti. C’è chi preferisce che la cachaça costituisca solo il 50% del drink, chi usa soltanto il Cynar e omette il vermouth, chi sceglie il Punt e Mes e chi osa un Carpano Antica Formula abbinato a una cachaça affinata in botte. Anche l’agrume per il twist si presta agli esperimenti: limone, pompelmo rosa, lime o arancia. Oggi il Rabo de Gallo è forse il cocktail più bevuto in Brasile e si sta trasformando da bevuta semplice e spartana da bar di quartiere a drink raffinato su cui i barman esercitano la loro fantasia; non è un caso che sempre più spesso sia preparato con la tecnica stir & strain invece della più veloce build.
Sea Breeze
€ 7.00

Sea Breeze
40 ml Vodka Smirnoff
120 ml succo di mirtillo rosso
30 ml succo di pompelmo
Guarnito con zest d’arancia e una ciliegia al maraschino
Non è semplice attribuire la paternità del drink ad un barman in particolare. Il Sea Breeze, letteralmente “brezza di mare” , nel corso della sua storia ha cambiato ricetta molte volte.
In principio lo spirito base era il Gin, successivamente venne costruito con Curacao, Vermouth, Galliano ecc ecc, sino a giungere all’attuale ricetta ufficializzata dall’Iba.
E’ riconosciuto venne creato intorno agli anni ’20: nel Savoy Cocktail Book del 1922 viene menzionato come miscela di Gin, Apricot Brandy, Granatina e succo di limone.
Secondo il celebre Dale DeGroff il drink venne invece elaborato molto più avanti, negli anni 60, grazie ad una campagna pubblicitaria della Ocean Spray Company, seguendo l’onda dell’interesse crescente del pubblico nei confronti della Vodka. Tale fatto lo si trova sul “The Craft of the Cocktail” del celebre barman.
Questa tesi si scontra però con un fatto storico degli stessi anni, secondo il quale il drink subì un drastico calo a causa della diffusione da parte del Dipartimento della Salute USA di un comunicato nel quale si constatava la contaminazione delle coltivazioni di mirtilli per opera di alcuni pesticidi.
Sex on the beach
€ 7.00

Sex on the beach
40 ml Vodka Smirnoff
20 ml Peach Schnapps
40 ml succo fresco d’arancia
40 ml succo mirtillo rosso
Guarnito con una fetta d’arancia
Il Sex On The Beach, che letteralmente significa “sesso sulla spiaggia” in lingua inglese, è un cocktail tipico degli anni 80, e cioè quel periodo storico successivo all’aumento dell’utilizzo della Vodka e della distribuzione su larga scala dei Peach Schnapps.
Il cocktail fù inventato nel 1987 dal barman di chiare origine italiane Ted Pizio del Confetti’s bar di Fort Lauderdale, in Florida, in occasione di un concorso per bartender indetto da un noto distributore di liquori.
Il barman elaborò il drink durante lo Spring Break e cioè il celebre periodo di vacanze nel quale migliaia e migliaia di studenti statunitensi si riversano nelle città balneari della Florida per un periodo di vacanze, che spesso coincide con giorni di baldoria.
Quando chiesero al barman i motivi che spingono i giovani a tali raduni rispose: “sex” e “beach” e decise quindi di chiamare il suo cocktail con un nome che potesse unire i due termini chiave.
Tequila sunrise
€ 7.00

Tequila sunrise
45 ml Tequila Espolon
90 ml succo d’arancia
15 ml granatina
Guarnito con zest d’arancia
Il nome del drink (“sunrise” è il termine inglese che indica “alba”) è dovuto all’effetto cromatico del drink, per il fatto che lo sciroppo di granatina, se non mescolato come prevede la ricetta, non si amalgami completamente al resto degli ingredienti.
La ricetta originale era più complessa, per effetto dell’aggiunta di Creme de Cassis, lime e club soda drink; questa ricetta fu creata tra gli anni 30 e 40 presso l’Arizona Biltmore Hotel da Gene Sulit.
Ad oggi questa ricetta viene raramente riproposta, soprattutto dopo l’introduzione del drink nel ricettario dei cocktail ufficiali della Iba.
La ricetta attuale fu invece rielaborata negli anni 70 da Bobby Lazoff e Billy Rice, bartender al Trident di Sausalito, in California.
Al cocktail sono dedicati almeno due famosi brani musicali: “Tequila sunrise” dei The Eagles, edito nel 1973; “Tequila sunrise” della band hip hop Cypress Hill nel 1998.
La lista delle citazioni è conclusa da un omonimo film del 1988 interpretato da Mel Gibson e Michele Pfeiffer.
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