Vermentino Doc "Tenute Asinara"

Cayenna Submariner è il nuovo bianco della cantina Tenuta Asinara, Vermentino di Sardegna DOC che vanta una singolare quanto antica tecnica produttiva: l’abluzione delle uve in acqua marina! Usanza che, lascia intuire la testimonianza di qualche anziano sorsese, fosse adottata anche nel recente passato, e che potrebbe affondare le proprie radici nell’antichità tardoromana e altomedievale, quando in questa parte della Sardegna sorgevano rigogliosi villaggi di cui i resti di Santa Filiticasono un prezioso attestato. Da qui l’attributo, submariner, sottomarino. Prodotto in sole mille bottiglie, rappresenta, insieme al rosso Cayenna, la punta di diamante produttiva dell’azienda.

vino bianco friulano prodotto nella zona di Friuli Isonzo Rive Alte, da uve Chardonnay.

Le uve provengono dal vigneto Vie di Romans situato a Mariano del Friuli da vitigno con età media di 23 anni, ad un’altitudine di 31 metri s.l.m. su terreno con scheletro moderato, argilloso di colore rossiccio per la presenza di ossidi di ferro e alluminio.

Vie di Romans Chardonnay è prodotto da uve accuratamente selezionate, raccolte a mano; la fermentazione avviene in acciaio a temperatura controllata per 22-26 giorni. La fermentazione malolattica non viene svolta. L’affinamento avviene sui propri lieviti per 9 mesi, più ulteriori 8 mesi di affinamento in bottiglia.

Vie di Romans Chardonnay presenta nel bicchiere di colore giallo dorato intenso. Il bouquet intenso e complesso è composto da sentori burrosi, di pera, ananas, di vaniglia e mandorla. Al palato il vino è morbido, sapido, elegante di buona struttura e ottima persistenza.

Vino bianco friulano prodotto nella zona di Friuli Isonzo Rive Alte, da uve Sauvignon Blanc.

Le uve provengono dal vigneto Vieris situato a Mariano del Friuli da vitigno con età media di 24 anni, ad un’altitudine di 31 metri s.l.m. su terreno con scheletro abbondante, limo-sabbiosa di colore rossiccio per la presenza di ossidi di ferro e alluminio.

Vie di Romans Sauvignon Blanc Vieris è prodotto da uve accuratamente selezionate, raccolte a mano; la fermentazione avviene in acciaio a temperatura controllata per 14-18 giorni. La fermentazione malolattica non viene svolta. L’affinamento avviene sui propri lieviti per 9 mesi, più ulteriori 8 mesi di affinamento in bottiglia.

Vie di Romans Sauvignon Blanc Vieris si presenta nel bicchiere di colore giallo paglierino con riflessi dorati. Il bouquet intenso e complesso è composto da sentori fruttati di frutta esotica, floreali e sentori di zenzero. Al palato il vino è morbido, avvolgente, elegante di buona struttura e ottima persistenza.

"Vendemmia Lenta Corona Ruja"
Prende il nome da “Perka”, parola del tipico dialetto sardo il cui significato è pietra. Tale termine veniva utilizzato per indicare le pietre utilizzate per la costruzione dei Nuraghi e delle costruzioni antiche.

"Vendemmia Lenta Corona Ruja"
Prende il nome da LYTA festività dell’antico calendario, che coincide con il solstizio d’estate nel mese di Giugno, un momento carico di energie che provengono da secoli di tradizioni. Lyta è il momento concreto della prosperità e del raccolto di ciò che è stato seminato.

- Colore: giallo paglierino riflessi dorati
- Profumo: intensi profumi floreali con note di frutta tropicale ed agrumata, risulta fine e delicato
- Sapore: fresco, gradevole e minerale con una spiccata persistenza. Il palato conferma le note e i profumi floreali e fruttati rendendo questo vino ampio e avvolgente.
Un riferimento alla femminilità matura, alla maternità, Taja significa appunto "cantilena", "ninna nanna" .
Il logo scelto richiama quindi una particolarità della figura della Dea Madre: la corona che cinge il capo della Dea Madre di Cuccuru Is Arrius di Cabras (l'antico villaggio del Sinis scomparso sotto lo stagno di Cabras -Or- Sardegna).

- Colore: giallo paglierino, con riflessi verdognoli.
- Profumo: profumi vegetali di macchia mediterranea con intensi profumi floreali.
- Sapore: avvolgente e carezzevole dal gusto pieno, morbido, minerale e particolarmente sapido.
Nome antichissimo con il quale le popolazioni sarde chiamavano la sacra bipenne. L’immagine, molto schematica, è tratta da una nota fonte documentaria bronzea sarda del II Millennio a.C., Sa seguredda (la piccola scure) fino a qualche decennio fa resisteva come indispensabile oggetto apotropaico tra le popolazioni sarde dell’interno. Può costituire quindi un simbolo d’augurio e di prosperità.

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