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La chiesa parrocchiale intitolata a Maria Assunta e San Martino vescovo

La nostra parrocchia si innesta dapprima nel territorio e di conseguenza nella storia di questa terra fin dagli albori del comune di Campodarsego. Insediamento rurale di cui si trovano i primi riferimenti già nel 1190 con il toponimo “Villa Campi de Arsico”.

La prima chiesa risale al medioevo e fu costruita utilizzando mattoni recuperati da costruzioni romane e faceva già parte di quelle elencate nella decima papale del 1297 come soggetta alla pieve di San Giorgio delle Pertiche.
Nel 1695 il vescovo, poi diventato Santo, Gregorio Barbarigo compie nella nostra parrocchia una visita pastorale.
Il cardinale Carlo Rezzonico nel 1744 attesta che la chiesa è in buono stato e ha tre altari dedicati al SS.mo, alla Beata Vergine del Rosario e al Crocifisso
(nelle visite pastorali del 1819 e del 1831 gli altari saranno intitolati a S. Martino, alla Beata Vergine del Rosario e ai SS. Rocco, Carlo e Sebastiano).
Nel 1888 “abbisogna di riparazioni” e nel 1904 è chiusa perché pericolante e inizia la nuova costruzione. L’8 settembre 1904 viene già benedetta e poi posata la “prima pietra fondamentale”.
Nei giorni 27-28-29 settembre 1908 il vescovo Pellizzo, al fianco del parroco dell’epoca don Cesare Gambarin, la benedice col nome di “S. Maria Assunta e S. Martino vescovo”.
Nel 1922 l’edificio è ancora incompleto. Nel 1936-39 sono rifatti la sacrestia e l’abside, nel 1943 il pavimento e nel 1945 il vescovo Carlo Agostini consacra la chiesa restaurata.
Lo slanciato campanile di 78 metri con, in partenza, quattro campane è realizzato tra il 1924 e il 1934. Negli anni è stato incrementato il numero di campane finché, nel 2008, in occasione dei festeggiamenti del centenario della costruzione della chiesa (promosso dal parroco don Paolo Rizzato e dal CPP all’epoca in carica) è stata forgiata e inserita anche la 7 campana (“piccola”) a completare la scala delle note che consente, quindi, il risuonare completo di tutte le melodie.
Nel ’43, in pieno conflitto mondiale, furono sequestrate due delle quattro campane, le più piccole, per farne armi. Vennero però prontamente recuperate e riportate in sede.
Nel 2010 a seguito di un forte temporale, si stacca, penzolando pericolosamente su un lato della guglia in bronzo e sostenuta dal solo cavo di acciaio, la grande croce parafulmine posta alla sommità della cuspide; da quel momento partono dei lavori di ristrutturazione della parte alta della torre campanaria che ne ridà, nel giro di qualche mese, una nuova copertura uguale comunque alla precedente.

La chiesa ha una facciata molto sviluppata in altezza, senza elementi che interrompano quattro lunghe e sottili paraste dal basso zoccolo alla fila di dieci archetti pensili, adorni di bassorilievi rappresentanti scene di vita cristiana volute negli anni ‘90 dal parroco don Quintino Creuso. Esse accompagnano l’andamento della copertura e ascendono verso la statua della Madonna in sommità. Nella lunetta centrale sopra il portone principale si nota la tradizionale rappresentazione di S. Martino che dona il suo mantello al povero, bassorilievo del 1983. Il portone in bronzo, con l’”Incoronazione della Vergine Assunta” e le opere dì misericordia spirituali e corporali.
Una grande croce e le due grandi statue dei Santi patroni d’Europa, San Benedetto e Santa Caterina adornano i fastigi del tetto.

INTERNO
L'interno dell'edificio si compone di un'unica navata, al termine della quale si sviluppa il presbiterio, ospitante l'altare maggiore e chiuso dall'abside poligonale.
Qui sono conservate diverse opere di pregio, tra le quali il mosaico raffigurante la Vergine incoronata da due angeli, risalente alla prima metà del Novecento, e quello ritraente Gesù Cristo risorto e benedicente, eseguito nel 1992 da Angelo Gatto.

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Solennità di Maria Assunta - L'istituzione della festività

La solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria è fissata il 15 agosto già nel V secolo, con il senso di “Nascita al cielo” o, nella tradizione bizantina, “Dormizione”. A Roma la festa viene celebrata dalla metà del VII secolo, ma si dovrà aspettare il 1° novembre 1950, con Pio XII, per la proclamazione del dogma dedicato a Maria assunta in cielo in corpo e anima.
Nel Credo apostolico, professiamo la nostra fede nella “Risurrezione della carne” e nella “vita eterna”, fine e senso ultimo del cammino della vita. Questa promessa di fede, è già compiuta in Maria, quale “segno di consolazione e di sicura speranza” (Prefazio). Un privilegio, quello di Maria, strettamente legato al fatto di essere Madre di Gesù: dato che la morte e la corruzione del corpo umano sono conseguenza del peccato, non era opportuno che la Vergine Maria – esente dal peccato – fosse intaccata a questa legge umana. Da qui, il mistero della “Dormizione” o “Assunzione in cielo”.
Il fatto che Maria sia già assunta in cielo, è per noi motivo di letizia, di gioia, di speranza: “Già e non ancora”. Una creatura di Dio – Maria – è già in cielo: con e come lei, anche noi, creature di Dio, un giorno lo saremo. Il destino di Maria, unita al corpo trasfigurato e glorioso di Gesù, sarà dunque il destino di tutti coloro che sono uniti al Signore Gesù nella fede e nell’amore.
Interessante notare che la liturgia – attraverso i testi biblici tratti dal libro dell’Apocalisse e di Luca, con il canto del Magnificat – miri a farci non tanto riflettere quanto pregare: il vangelo infatti suggerisce di leggere il mistero di Maria alla luce della sua preghiera, il Magnificat: l’amore gratuito che si estende di generazione in generazione, e la predilezione per gli ultimi e i poveri trova in Maria il frutto migliore, si potrebbe dire il suo capolavoro, specchio nel quale l’intero popolo di Dio può riflettere i propri lineamenti. La solennità dell’Assunzione della beata Vergine Maria, in corpo e anima, è il segno eloquente di quanto non solo “l’anima” ma anche la “corporeità” si confermi una “cosa molto bella” (Gn 1,31), tanto che, come nella Vergine Maria, la “nostra carne” sarà assunta in cielo. Questo non ci esula dall’impegnarci nella storia, anzi: proprio lo sguardo rivolto alla Meta, al Cielo, la nostra Patria, spinge a impegnarsi nella vita presente sul solco del Magnificat: lieti per la misericordia di Dio, attenti ai fratelli e sorelle tutti che s’incontra lungo il cammino, a cominciare dai più deboli e fragili.
La proclamazione del Dogma
“Pertanto, dopo avere innalzato ancora a Dio supplici istanze, e avere invocato la luce dello Spirito di Verità, a gloria di Dio onnipotente, che ha riversato in Maria vergine la sua speciale benevolenza a onore del suo Figlio, Re immortale dei secoli e vincitore del peccato e della morte, a maggior gloria della sua augusta Madre e a gioia ed esultanza di tutta la chiesa, per l'autorità di nostro Signore Gesù Cristo, dei santi apostoli Pietro e Paolo e Nostra, pronunziamo, dichiariamo e definiamo essere dogma da Dio rivelato che: l'immacolata Madre di Dio sempre vergine Maria, terminato il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo”
(Pio XII; Munificentissimus Deus, 1 novembre 1950)

Vangelo del giorno (Lc 1,39-56)

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: "Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto".
Allora Maria disse:
"L'anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l'umiltà della sua serva.
D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l'Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre".
Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.

Riflessione

RENDERE LODE
Oggi la Vergine Maria, col suo Magnificat, c’insegna a rendere lode e gloria a Dio. Un invito attraverso il quale la Vergine Maria, oggi contemplata nella gloria, c’invita a fare uscendo fuori dal nostro solito ingigantire i problemi e le difficoltà. Maria è capace, e oggi lo insegna anche a noi, a guardare alla vita da un’altra angolatura: il nostro cuore è più grande dei nostri peccati, e anche se il nostro cuore ci condanna, Dio è più grande del nostro cuore! (cfr 1Gv 3,20). Non si tratta quindi di illusione, come se non ci fossero problemi nella vita, ma si tratta di valorizzare il bello e il bene che c’è nella vita e saper rendere grazie a Dio per questo! In questo modo, anche i problemi si relativizzano.

DIO SORPRENDE
Un secondo aspetto che merita essere segnalato in questo giorno, è il fatto che Maria era vergine ed Elisabetta sterile. Dio è Colui che va “oltre”, che ti sorprende per la sua provvidente azione di salvezza.

LA META
Maria è ormai nella gloria di Dio, è giunta alla Meta lì dove un giorno tutti ci ritroveremo. Ecco perché Maria è oggi segno di consolazione di speranza, perché se lei, creatura come noi, è giunta, potremmo giungervi anche noi. Teniamo fisso lo sguardo e il cuore a Colei che non ha mai abbandonato il suo Figlio Gesù e con Lui oggi gode la gioia e la gloria del Cielo. E affidiamoci a Lei affinché ci aiuti a percorrere la via della vita sapendo riconoscere le grandi cose che Dio compie in noi e attorno a noi, per saperlo magnificare con il canto della nostra esistenza.

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Preghiera a Maria Assunta (San Paolo VI)

O Maria Immacolata Assunta in cielo,
tu che vivi beatissima nella visione di Dio:
di Dio Padre che fece di te alta creatura, di Dio Figlio che volle da te
essere generato uomo e averti sua madre, di Dio Spirito Santo che in te
compì la concezione umana del Salvatore.
O Maria purissima
o Maria dolcissima e bellissima
o Maria donna forte e pensosa
o Maria povera e dolorosa
o Maria vergine e madre
donna umanissima come Eva più di Eva.
Vicina a Dio nella tua grazia nei tuoi privilegi
nei tuoi misteri
nella tua missione nella tua gloria.
O Maria assunta nella gloria di Cristo
nella perfezione completa e trasfigurata della nostra natura umana.
O Maria porta del cielo
specchio della luce divina
santuario dell’Alleanza tra Dio e gli uomini,
lascia che le nostre anime volino dietro a te
lascia che salgano dietro il tuo radioso cammino
trasportate da una speranza che il mondo non ha quella della beatitudine eterna.
Confortaci dal cielo o Madre pietosa e per le tue vie
della purezza e della speranza guidaci un giorno all’incontro beato con te
e con il tuo divin Figlio
il nostro Salvatore Gesù.
Amen!

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