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Amari
L’Italia può essere ritenuta il paese con il maggior numero di amari. Da nord a sud, infatti, praticamente ogni regione ha un amaro o an
che più di uno. I fattori climatici e morfologici del Bel Paese hanno permesso lo sviluppo di una delle flore più variegate del mondo in un territorio estremamente ristretto. Le piante (o anche botaniche o, meglio, gli officinali) che si usano nella produzione di amari sono numerose e diversissime tra di loro. Qui abbiamo indicato una lista di alcune delle principali:
Piante amare: centaurea, aloe, china, rabarbaro.
Piante aromatiche: timo, rosmarino, maggiorana, anice stellato, chiodi di garofano, cardamomo, fava tonka, noce moscata e altre.
Altre piante: achillea, arancio (sia amaro che dolce), ginepro, fiori di sambuco, carciofo, genziana, zafferano, salvia, e altre. Così come le piante, anche i metodi di produzione per questo tipo di liquore sono svariati: distillazione, infusione, decozione, percolazione, digestione e macerazione, il metodo più utilizzato in assoluto. La macerazione avviene a freddo (massimo 35 °C).
Le piante aromatiche scelte vengono preparate nel cosiddetto taglio tisana, inserite all’interno di una vasca contenente acqua e alcool (libere o contenute in una garza) e quindi lasciate a riposo per un tempo che varia a seconda della botanica. Risulta importante rimescolare le erbe all’interno della vasca regolarmente, così da ottenere un macerato migliore.
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